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LAGORARA (MAISSANA – LA SPEZIA) IPOTESI DI OSSERVATORIO ASTRONOMICO MEGALITICO NELLA FASCIA DI LATITUDINE 45°

Nella cosmogonia shamanica euro-asiatica lo spirito degli uomini si forma nella costellazione-generatrice, si incarna nel corpo, vive la vita sulla terra secondo il principio del contrappasso, quindi ritorna alla costellazione-generatrice. Tali costellazioni possono essere: Orsa maggiore, Cassiopea, Pleiadi, Orione. Si tratta di costellazioni circumpolari, cioè che non tramontano mai, osservabili alla latitudine di 45°. Diversi luoghi archeologici sono stati segnalati come siti con valenze di paleoastronomia, nella fascia di latitudine attorno ai 45°. Di questi siti è stata data comunicazione al Secondo Congresso della Società Italiana per l’Archeoastronomia, tenutosi a Monte Porzio Catone nel settembre 2002; a questi si può ora aggiungere il sito di Lagorara.[nggallery id=56]Lagorara: φ = 44° 21’ 01” N λ = 09° 31’ 32” E – elevazione 2 549 piedi (dati GPS)
φ = 44° 21’ N λ = 09° 31, 5’ E – elevazione 750-800 metri (carta regionale )

Il poeta lericino Angelo Tonelli ha così tradotto il frammento 108 degli “Oracoli Caldaici”:
“Il noûs paterno inseminò simboli attraverso il cosmo, lui che intuisce gli intuibili, quelli che sono detti bellezze ineffabili…” e così il frammento 97 : “Levandosi in volo, l’anima dei mortali in sé stessa serrerà il dio, e senza conservare nulla di mortale dal dio è inebriata tutta quanta. Si gloria di armonia: sotto di essa dimora il corpo mortale…”.
Da queste mirabili traduzioni si può comprendere quale fosse il rapporto antico con il Cielo, e quale fosse la ricerca dell’armonia attraverso i Cieli. Ha scritto Françoise Jasniewicz (Università di Strasburgo): “L’uomo antico si proietta nello spazio ove egli iscrive il suo sistema di rappresentazione del mondo, dando alla volta celeste una misura corrispondente allo spirito del corpo sociale nel quale si sente incarnato” (Varsavia – 1990).

Nella cosmogonia shamanica euro-asiatica lo spirito degli uomini si forma nella costellazione-generatrice, si incarna nel corpo, vive la vita sulla terra secondo il principio del contrappasso, quindi ritorna alla costellazione-generatrice. Le costellazioni-generatrici che ci vengono tramandate dalle tradizioni dei vari popoli euro-asiatici sono:

– l’Orsa Maggiore, verso la quale salivano sia lo spirito dell’imperatore dei Cinesi, sia lo spirito dei Sardi che hanno costruito l’ipogeo di Sas Concas (Sardegna -2 700 a.C.). L’Orsa Maggiore è anche rappresentata con coppelle nel sito dei Liguri Montani di Montaldo di Mondovì (III secolo a.C.). E’ interessante notare quanto ha scritto Roslyn M. Frank : “Le due Orse, la Grande e la Piccola, sono state classificate come appartenenti agli strati più arcaici della conoscenza delle stelle fra i popoli europei” riprendendo quanto scritto da Gingerich nel 1984 (Sofia – 1996, Oxford VI & SEAC 99 – Tenerife, 1999, JENAM 2000- Mosca). Queste stesse tradizioni si riscontrano in molti gruppi di nativi del Nord America (Gingerich, 1984);

– Cassiopea risulta raffigurata con coppelle nel sito di Vergheto delle Alpi Apuane, nonché è incisa sotto i seni della statuetta della shamana di Passo di Corvo (Foggia – 5 500 a.C.). Cassiopea è presente nel promontorio del Caprione, sia come configurazione dei cinque siti megalitici, sia nel sito di Combara, descritta con fori praticati in una roccia. Cassiopea era considerata già nelle prime fonti babilonesi e sumeriche ed è interessante ricordare come qui fosse anche indicata con la definizione di “messaggera delle Pleiadi”, a sostegno dell’importanza di quest’ultima costellazione;

– Orione era la meta del faraone d’Egitto, che diventava dopo la morte una stella di questa costellazione, sacra anche per i Celti.

– Le Pleiadi si rinvengono nel Disco di Nebra (1 600 a.C. – [Vedi Sito Internet nelle risorse] ) e nella pietra che è posta trasversalmente all’entrata del Dolmen di Monte Lungo (Cala Gonone – 2 500 a.C.). Ancora oggi gli Aghin-Buriati della Mongolia tramandano che i loro antenati sono nella costellazione delle Pleiadi. Le Pleiadi paiono particolarmente presenti nella tradizione astronomica della Bulgaria (D. Kolev, 1997) e della Lituania (J. Vaiškūnas, 1997). L’importanza delle Pleiadi è dovuta al fatto che già nel 3000 a.C. in Mesopotamia indicavano l’inizio dell’aratura dei campi con il loro tramonto eliaco (mul-Mul). Le Pleiadi erano inoltre nel primo catalogo di stelle babilonese fra le costellazioni “Tre stelle ognuno”, comprendente il Leone, lo Scorpione e l’Acquario;

Emerge quindi un interesse specifico verso quelle costellazioni che noi indichiamo come circumpolari, cioè quelle costellazioni che non tramontano mai, perché la loro declinazione (distanza angolare dal polo) è sempre superiore al risultato della formula <90° – φ>, in cui φ è la latitudine del luogo. Osservando che <90°-45°> fa 45°, si comprende come sia possibile, alla latitudine di 45°, fare l’osservazione notturna di costellazioni circumpolari perfettamente riconoscibili.

Finora sono stati segnalati i seguenti luoghi in cui sono emerse valenze di paleoastronomia (l’astronomia prima della scrittura) nella fascia di latitudine attorno ai 45°:
– Teufelstein (Stiria – Austria) – sito illustratomi da Sepp Rothwangl durante il congresso tenutosi a Monte Porzio Catone nel giugno 2001, sito che presenta un notevole megalite orientato (Pietra del Diavolo) (Latitudine 47°);

– Rocca Cavour (Piemonte) – sito indicatomi da Piero Barale, che contiene una pittura rupestre del 3500 a. C. , con raffigurazione della shamana, di Cassiopea e della Via Lattea
(Latitudine 44°);

-Châteauneuf de Randon – Lozère (Massiccio Centrale di Francia) – struttura megalitica orientata al sorgere del Sole, sia all’equinozio sia ai solstizi (Latitudine 44°);

– Château Vieux de Randon (Lozère) – quadrilithon sormontato da grande losanga, simile al quadrilithon del Promontorio del Caprione. Il quadrilithon del Massiccio Centrale sembra orientato al tramonto di Cassiopea, che avveniva in posizione verticale alla mezzanotte del solstizio d’inverno del 3 116 a.C., anno molto significativo per il verificarsi di fenomeni celesti. Questo sito è stato scoperto attraverso una indicazione fornitami da Piero Barale (Latitudine 44°);

– San Lorenzo al Caprione (La Spezia) – quadrilithon orientato al tramonto del Sole al solstizio d’estate, quando si forma, dalle ore 20.15 alle ore 20.45 (ora legale) la “farfalla dorata” (animale psicopompo) purché non vi siano nubi sulla Provenza o sulle Cinque Terre (il fenomeno è osservabile dal 25 maggio al 28 luglio) (Latitudine 44°).

Di questi siti è stata data comunicazione al Secondo Congresso della Società Italiana per l’Archeoastronomia, tenutosi a Monte Porzio Catone nel settembre 2002.
A questi siti si può ora aggiungere il sito di Lagorara (Maissana – La Spezia)
3 600 a.C. si estraeva la materia prima per l’industria litica (diaspro). L’ipotesi di classificazione di Lagorara come osservatorio astronomico preistorico va intesa in tutta la sua più ampia accezione, cioè sia come luogo di prima scoperta degli allineamenti di asterismi, sia come luogo di costruzione di allineamenti in pietra che fissano questi fenomeni celesti, sia come successivo uso calendariale per le liturgie celebrative del “sacrum facere”.

Nel sito sono presenti alcuni elementi che giustificano il sorgere di questa ipotesi:
– un terrapieno artificiale, davanti al Riparo Sud, da cui possono scorgersi sia il sorgere sia il tramonto del Sole;

– una specie di cerchio di pietre, posto attorno al terrapieno, apparentemente senza alcun ordine;

– una pietra posta al centro del cerchio di pietre, ipotizzabile come pietra-altare, costituita di roccia vulcanica, non presente nel sito;

– un “tolven”, cioè una specie di struttura dolmenica formatasi in modo del tutto naturale, in cui la luce del Sole che tramonta vi entra nel periodo della festa celtica di Beltane;

– un grande masso, che appare tagliato naturalmente in maniera netta in direzione Nord/Sud, posizionato vicino al “tolven” (“pietra del passaggio in meridiano”) ;

– un’alta parete, posizionata al disopra del Riparo Sud, che presenta una profonda fessurazione orientata in direzione Nord/Sud, con un antistante mirino;
– una apertura a forma di losanga, posta in alto, nel costone che sovrasta il sito, attraverso la quale si può scorgere il sorgere del Sole al solstizio estivo;

– una trincea lunga cinque metri, larga un metro e mezzo, scavata nel diaspro e orientata per 114°, posta in alto, sul costone che è adiacente la grande guglia con la quale si forma il “mirino” (costone – guglia) per il sorgere del Sole al solstizio d’inverno.
Una prima verifica astronomica è stata compiuta al solstizio d’estate ed ha rivelato che alcuni dei massi del cerchio di pietre possono indicare il sorgere ed il tramonto del Sole a quella data.
Da ciò è stata formulata una ulteriore ipotesi, cioè che se Lagorara è un vero osservatorio astronomico, deve esservi anche un allineamento per verificare il solstizio d’inverno.

Si è quindi fatta una osservazione al sorgere del Sole al solstizio d’inverno, ed è apparso che il Sole sorge nella sella (o mirino) formata dalla grande guglia, da cui è derivata l’etimologia del luogo (agu + ara = pietra fallica + altare) e dal costone ove è ubicata la finestra a losanga.
In questo sito, in alto, è posizionata la trincea orientata. Per questa la bussola fornisce un azimuth di 115° e considerata la declinazione magnetica attuale di 1° 08’ (+)(carta topografica regionale “Sestri Levante”- 1994) si deve stimare un orientamento di 114°, che coincide con il punto dell’orizzonte ove avviene l’elevazione delle Alpi Apuane (elevarsi del Monte Pisanino e del Monte Sagro rispetto alla sottostante linea di crinale, formata dal costone di Monzone-Monte dei Bianchi).

Si pone il problema se detto orientamento si possa ascrivere a geografia sacra oppure alla tradizione celtica “in accordo con la levata del Sole nei giorni in cui cadevano le feste celtiche di Samain ed Imbolc” (Veneziano, 2001) rispettivamente il 1° novembre ed il 1° febbraio.

Il calcolo computerizzato con il programma “Project Pluto – Version 7.0” mostra, per l’anno 0, che la levata del Sole, alle ore 07 e minuti 53, avveniva con azimuth 115° – altezza 0.1°. Lo stesso programma mostra che per il giorno 1° Febbraio 2003, alle ore 07 e minuti 45, il Sole, con altezza 0, sorgeva con azimuth 114.3°. Il prossimo 1° Febbraio 2004 il programma prevede che il Sole sorgerà alle ore 07, minuti 45, secondi 18, con altezza –0.7° ed azimuth 115.9°. E’ sperabile che le condizioni meteo consentano questo specifico controllo empirico, utile per accreditare l’ipotesi che la trincea sia stata costruita per questa significativa esigenza liturgica.

Una singolare configurazione dell’ombra proiettata dalla “pietra del passaggio in meridiano” (posta vicino al “tolven”) consente di leggere con precisione, attraverso la formazione di un dente a parallelepipedo, il momento in cui l’ombra cade a filo del manufatto. Il giorno 4 marzo
2003 sono state fatte alcune osservazioni, corredate da fotografie. Alle ore 11 e minuti 51, con presenza nell’ombra del parallelepipedo, il programma “Pluto” forniva una zimuth di 165.8°.

Alle ore 12 00, con ombra ridotta, il programma forniva un azimuth di 169°. Alle ore 12 05, con scomparsa dell’ombra, il programma forniva azimuth 170.5°, con altezza 38.9°.

Per risolvere il dubbio se questa pietra possa essere stata utilizzata per l’osservazione del “passaggio in meridiano”, inteso come momento di massima elevazione dell’astro giudicata ad occhio nudo, si ricorre ancora al programma “Pluto” che fornisce per l’azimuth 179.9°, raggiunto alle ore 12 minuti 33 secondi 32, una altezza di 39.5°, che differisce di soli 0.6° dalla precedente misurazione effettuata con la scomparsa dell’ombra. Potevano avere le antiche popolazioni uno strumento di misura che consentisse di migliorare tale approssimazione?

E’ da ritenere di no. Va detto che lo studio del sito di Lagorara sotto l’aspetto paleoastronomico appare molto difficile, forse il più difficile finora da me incontrato, per l’elevazione delle pareti di roccia che cingono la stretta valle assai da vicino.
Il sorgere del solstizio invernale è stato rilevato, pur con la notevole nuvolosità e piovosità della stagione, il giorno 19.12.2002 alle ore 09 minuti 20 , con azimuth bussola 140° (azimuth computerizzato 138.9° in altezza 11.2°) e, con maggior precisione per una schiarita, il giorno 20.12.2002 alle ore 09 07 25, con azimuth bussola 135° (azimuth calcolato col programma di 136.3°, in altezza 09.05°) all’interno del mirino formato dal costone e dalla guglia.

Questa pare la scoperta più affascinante del sito, in quanto, oltre alla spettacolarità del fenomeno, si è rilevato che tre delle pietre del terrapieno sono orientate verso questa direzione. Un’altra delle pietre è posta a segnare la direzione del tramonto al solstizio invernale, che, il giorno 29.12.2002 è avvenuto alle ore 15 e minuti 08 , con azimuth bussola 220° ed azimuth computerizzato 218.5°, in altezza 12.6° (verso la “pietra del SW”).

Il sorgere al solstizio estivo è stato rilevato il giorno 27 giugno 2002 dalle ore 07 56 40 alle ore 08 04 00 (tempo astronomico) corrispondente alle ore 09 04 dell’ora legale, orario a prima vista impensabile, con azimuth computerizzato di 87.7° in altezza di 32°. Ciò è dovuto all’alta parete del Monte Scogliera, che sovrasta il sito, e che produce per ore effetti di luce diffusa attorno al crinale. Si noti che la luce solare aveva già fatto capolino tre ore prima da una profonda incisione del Monte Scogliera, illuminando un’area posta poche decine di metri più in alto, area nella quale è stata rilevata la parete di roccia che porta una larga fenditura orientata per Nord/Sud, con una antistante pietra squadrata che sembra fungere da mira.

Quest’area avrebbe potuto essere il primo sito di osservazione astronomica, in quanto dalle pietre di questo sito si può traguardare il tramonto al solstizio d’estate, che è stato rilevato alle ore 17 42 55 (ora legale) con azimuth computerizzato di 280°, in altezza 23.7°, il che fornisce spiegazione della difficoltà di inquadramento astronomico del sito.

Inoltre, la particolare diffusione della luce al sorgere del solstizio estivo fa supporre che, sempre per effetto della precessione degli equinozi, seimila anni fa il Sole avrebbe potuto scorrere lungo il crinale del monte, creando effetti di luce capaci di fornire una dimensione magico-sacrale.

L’inquadramento dei fenomeni ortivi del Sole si può infatti comprendere fra la direzione della grande fenditura naturale del Monte Scogliera (SSE) e la sella o “cuna” formata dal costone e dalla guglia (SSI). Dal successivo ridursi dell’arco diurno, popolazioni insediatesi in tempi a noi più vicini avrebbero poi potuto sentire la necessità di creare il terrapieno con il cerchio di pietre davanti al Riparo Sud (costruzione di un vero osservatorio astronomico?).
Una delle pietre del terrapieno costruito davanti al Riparo Sud appare ora posizionata verso la direzione del sorgere del Sole al solstizio estivo, pur in considerazione che la notevole altezza del costone, che sfiora i mille metri di altezza (988 m) crea notevoli problemi di parallasse (“pietra del SE”).

Il sito di Lagorara è stato trattato archeologicamente nella Guida Archeologica n. 6 dell’Unione Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche – “Toscana e Liguria” pubblicata a Forlì nel 1996 da Abaco Edizioni, nonché nel libro “Dal diaspro al bronzo” – Lunaeditore, La Spezia, 1998, a cura di Angiolo Del Lucchese e Roberto Maggi.
Si ha ragione di ritenere che il sito non debba essere studiato soltanto attraverso le produzioni litiche (industria delle punte di freccia) ma anche attraverso gli elementi della sua sacralità, in particolare per il fatto che vi convergono due rivi d’acqua (si veda in proposito in Val di Magra il sito di Pontevecchio, presso la cui confluenza di due torrenti sono state rinvenute ben nove statue stele allineate).

Uno dei due rivi di Lagorara proviene da una fonte posta in alto, sul crinale del Monte Verruca (m 1050 s.l.m.) e questa fonte è denominata Fontana Sacrata!
Se a ciò si aggiunge l’etimologia del toponimo (ara dei culti fallici) e la presenza di tracce di paleoastronomia, si comprende come sia necessario avvicinarsi al sito di Lagorara con la pienezza della visione olistica. [ Vedi Tabella nelle immagini a lato ]

BIBLIOGRAFIA SPECIFICA
ARCHEOLOGICA

– PREISTORIA E PROTOSTORIA – GUIDE ARCHEOLOGICHE N° 6 – TOSCANA E LIGURIA – Congresso Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche – Forlì, 1996, Abaco Edizioni

– DAL DIASPRO AL BRONZO – a cura di Angiolo Del Lucchese e Roberto Maggi – Lunaeditore, La Spezia, 1998

ASTRONOMICA

– ASTRONOMICAL TRADITIONS IN PAST CULTURES – Institute of Astronomy, Bulgarian Academy of Sciences, National Astronomical Observatory Rozhen, Sofia, 1996

– ACTES DE LA V° CONFÉRENCE DE LA SEAC- Università di Varsavia, Gdańsk, 1997

– JENAM 2000 – Joint European and National Astronomy Meeting – Mosca, Istituto di Astronomia, Accademia delle Scienze, 2000

– V° SEMINARIO DI ARCHEOASTRONOMIA – Osservatorio Astronomico di Genova – Associazione Ligure Sviluppo Studi Archeoastronomici – Genova, 2001

– PROGRAMMA “PROJECT PLUTO” VERSION 7.0 – http://www.projectpluto.com

(ENRICO CALZOLARI)

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