Dialoghiamo con Michela Galeazzi, un’artista molto interessante le cui opere si servono del passato per immergersi consapevolmente nel futuro.
D: La valorizzazione delle origini evidenziata dalle tue opere conduce ad una riflessione sulla vita d’oggi, sul quotidiano. Non è forse l’espressione artistica la più lampante testimonianza dell’evoluzione dell’essere umano?
R: L’arte è sempre stata il racconto del suo tempo, quindi non solo espressione creativa, ma anche preziosa testimonianza. Per questo dico sì, l’arte esprime l’evoluzione.
L’arte contemporanea, per molti aspetti triste se pensiamo alla schiavitù impostale dal mercato, non fa altro che raccontare il nostro tempo, il presente. Fra duecento anni, studiando la nostra arte, si renderanno perfettamente conto di ciò che stiamo vivendo oggi, un’epoca che definirei CHIMICA, prodotto di calcoli effimeri.
In un’intuizione la mia ricerca personale è andata così avanti che è tornata indietro, alle origini, in quel punto cosmico in cui i due cerchi dell’infinito si incontrano per finire un ciclo e iniziarne un altro, in eterno.
Ho avuto una visione nitida di ciò che non avevo mai visto, l’arte rupestre, così ho iniziato a cercare ovunque potessi, certo…libri, internet, dentro le grotte, a partire dalla mia…la cassa toracica.
Per ora sento di rispettare la perfezione dei segni atavici, per questo faccio riproduzioni fedeli, poi presentifico con la cornice cromata, per non escludere mai il presente, che oggi è molto affidato alla chimica, in senso realistico e metaforico.
D: Su quale nuovo progetto stai lavorando?
R: Sto lavorando ad un progetto molto importante con la mia Regione, però per scaramanzia ti dirò solo il titolo -40.000 anni di arte contemporanea-, insieme al prof. Anati, vi aggiornerò presto.
Personalmente sto organizzando mostre in ambienti molto rapperesentativi, sia del passato che del presente…possono essere palazzi antichi come concessionarie delle più prestigiose macchine, gli odierni simboli del potere. Anche di queste vi comunicherò date e locations.
Per approfondire
- Il sito di Michela Galeazzi
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